Fino a quando il circo della vita è complice e tutto intorno sembra immerso in una meravigliosa enorme bolla di perfezione, la vita è una favola.
Lo sapeva bene Lupita, che, fin da piccola, scorrazzava per i lunghi corridoi di casa agitando per aria il cucchiaio di legno della polenta.
Di tanto in tanto, inciampando nei bordi di un tappeto, spezzava il proclama glorioso che nessuno osava interrompere, “Sono Lady Oscar Francoise de Jarjayes, coma….” per poi rialzarsi, urlando a gran voce “….ndante delle guardie reali di sua maestà la regina Antonietta”.
Quando a otto anni le fu accordato di esprimere i propri desideri, Lupita chiese a Lucia, la Santa dei fanciulli, un unico regalo, la spada della Lady più ammirata di Versailles. Nelle notti che seguirono liberò la fantasia e visse, dormendo, incredibili avventure, dove la bambina insicura e timida che abitava il giorno, nel sonno riviveva impavida eroina.
L’alba del tredici dicembre accolse la bambina con una leggera pioggia mista a neve. Era dunque arrivato il momento. Lupita riuscì a infilare gli enormi stivali della sorella e fissò con un fiocco il lungo grembiule bianco della nonna, che ora le copriva le spalle come un mantello – anche l’agitazione della vigilia era svanita, finalmente avrebbe sostituito il lungo cucchiaio di legno con la sua spada nuova di zecca.
Era pronta per l’investitura.
Scese correndo nel grande salone e la vide: era “una cucina”, una sciocca, piccola, cucina bianca profilata di rosso. Trattenne la delusione e ripensò alle parole che Andrè aveva detto all’amata Oscar : “Una rosa non potrà mai essere un lillà; una rosa, sia che essa sia rossa o bianca resta sempre una rosa”, fu allora che il coraggio e l’orgoglio del Comandante De Jarjayes, presero il sopravvento, e Lupita, lanciando uno sguardo compiaciuto al grande piatto di dolci, senza mostrare sconforto raggiunse la mamma.
La vide serena e inconsapevole, intenta come ogni mattina a versare il latte nella scodella della colazione; le calde braccia accoglienti le impedirono qualsiasi parola, le sussurrò sottovoce “che bella, mamma, proprio quello che volevo”, e sorrisero entrambe.
Quel giorno Lady Oscar poteva aspettare.