Se qualcuno inizia il discorso con un “Io non ce l’ho con i gay”, mi aspetto che subito dopo si esibisca in un bel discorsetto omofobo. Così come chi afferma di non avercela con le donne, partirà presto con frasi di feroce quanto ipocrita misoginia.
Allo stesso modo, ho notato che chi si lancia in un “Io non guardo mai la televisione” in genere ha visto, eccome, il serial del momento e ne vuole parlare per demolirlo, paragonandolo a quello “molto più ben fatto” di un mese prima. Per non parlare di quello “così ben sceneggiato” di due mesi fa.
Cari non-guardatori di televisione perché non ammettere serenamente che la guardate? Perché scusarvi se avete visto “il commissario Maltese” o “Il commisario Montalbano”? Si capisce lontano un miglio che avete voglia di far sapere al mondo cosa ne pensate. E allora, perché?
Un’ipotesi ce l’avrei. Vi avverto, però, che non vi piacerà. Siete degli snob. Vi date arie da intellettuale, di conseguenza, ritenete che far sapere in giro che guardate “Ballando con le stelle” invece di leggere “La recherche” di Proust o scrivere il romanzo del secolo sminuisca la vostra figura, nuoccia alla vostra immagine. Siete quelli che hanno bisogno di una scusa per ammettere di aver fatto una cosa normale. Siete quelli che guardano dal buco della serratura. Siete quelli che vedono gli altri un gradino più giù. Siete quelli che pensano di essere CT della nazionale e di avere la risposta alla crisi economica, alla questione mediorientale e al disarmo nucleare.
Esagero? Forse, ma devo darvi ancora un dispiacere: al fatto che non guardate la TV non ci crede nessuno.
Avete visto un serial, un tele-quiz, un qualunque programma di RAI vattelapesca? Ne volete discutere col popolo della rete? Fatelo! Senza cercare scuse!
E ora vi lascio. Vado a scrivere il romanzo del secolo, anzi, quasi quasi vado a vedere la TV.
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