Io vado via

Trilogia – tre

Il taxi sarà qui tra poco, aspetterà sotto casa.
In questa casa ci entrai sposa, Giovanni non mi prese in braccio, ero già avanti, Giulio sarebbe nato dopo due mesi. Il vestito impero mi aveva salvata, Signò, o vi sbrigate o fate matrimonio e battesimo lo stesso giorno…
Porto con me le poche cose che ci stanno in casa nuova, qualche foto, qualche pentola, Mamma ma sei sicura che vuoi cambiare casa? Non voglio morire qui, non voglio girare per le stanze vuote di marito, di figli, di nipoti, non voglio più ricordare, non voglio più piangere.
Francesca verrà a vivere qui con tutta la truppa, questa casa ha bisogno di aria nuova, nuove voci, nuova vita. Sul pianoforte ho lasciato gli spartiti, anche quello in cui Giovanni, in fase di corteggiamento, mi scrisse Ti ho baciata au clair de lune ma ti bacerei anche col sole…
Ho lasciato qui delle briciole, come Pollicino, quella tessera del domino che cercammo per anni, i libri di ricette, Nonna mia fai la torta di cioccolato? le pentole di ghisa del mio matrimonio, Mamma queste le lasci a me, vero? la giacca da casa di Giovanni, la metterà Davide, che gli piaceva tanto.
Io vado via con poche cose, quelle che ho sono nella mia testa. Quando non me ne ricorderò più non saranno fotografie o lettere per ricordarmi chi sarà perso nei corridoi smarriti della mia vecchiaia. Ma stamane sono felice, Mamma ma sei sicura, alla tua età? Ricomincio. In una casa nuova.

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