Italiano e siriano

Sono l’italiano,
Non italiano.
Sono l’immigrato,
Non immigrato.

Di mestiere feci
Il paroliere.
La Nannini cantò
Per me,
E si incantò
Della mia bellezza.
Feci anche il medico, L’ingegnere,
E l’export manager.
Fui molto bravo.
Ma questo fu
Un secolo fa.

Adesso c’è lui:
Il califfo
Fa parlare di me:
Sono un terrorista.
Sono brutto
E cattivo.

Il califfo mi ha rubato
Il mio divano,
La mia casa,
Il mio spazio,
In patria.
In Italia,
In Siria,
Dovunque.

Nei Tg mi trovate
Nelle discoteche,
Negli aeroporti,
Ad uccidere.
Faccio stragi,
Ovunque
Di innocenti,
Come lo sono Io
Innocente,
Ucciso
dal califfo.
O annegato
Nei mari.
E se fossi fortunato
Mi si trova
Nelle tende
Nei campi
Ai confini
Di Un umanità
Che non c’è più.

Non sono più
L’italiano.
Non sono più
il siriano.
Sono solo un pseudo.
Faccio di tutto,
Il terrorista,
Il musulmano,
L’indesiderato.
Sono un pasto
Per i media.
Sono un pretesto.
I populisti,
Ovunque,
Mi chiamano.
Non solo in Italia.
Non solo in Europa.
Adesso anche
In America.

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