Jack Andraka, il ragazzo e il cancro

Il mio nome è Jack Andraka, ho sedici anni, sono americano. Mi considerano un nerd, a scuola, ma io sono uno qualsiasi. Non pensatemi come uno sfigato con gli occhiali spessi e con i brufoli… beh, quelli sì, accidenti! Sono uno normale, sono curioso, sto sempre sul web. Mi piace anche studiare, inventare cose, mi piacciono biologia e chimica. La vita mi ha dato un dolore grande: la morte del più caro amico della mia famiglia, lo zio preferito, per me. Il suo assassino è stato il tumore al pancreas. Sì, come Steve Jobs.
La diagnosi precoce avrebbe potuto salvarlo? Posso io fare la differenza?
Comincio a raccogliere informazioni da tutti i siti che parlano di tumori. Passo le notti a smanettare, trovo un database, cavolo! Ci sono ottomila proteine da mappare. Mi ci tuffo in mezzo e riesco a notare delle cose fra le proteine tumorali. Ed eccola lì, la becco, quella che potrebbe diventare il mio obiettivo. Il suo livello diventa elevato nel sangue dei malati, ma io posso fare qualcosa per aiutare i medici a individuarla?
Ci provo all’ora di chimica. Arrivo a un risultato, ma lo devo far sapere a chi può usarlo per salvare vite. Non voglio che altri ragazzi come me perdano i loro affetti, non voglio rinunciare a provarci. Scrivo alla John Hopkins University, so che ha ricerche e studi in corso sul tema. Sono duecento quelli a cui scrivo, uno solo mi risponde. Mi incoraggia a proseguire nel mio intento. Il test che metto a punto funziona, costa poco ed è affidabile.
Si può usare anche per diagnosticare altri tipi di cancro. Bene.
Viaggio in giro per il mondo, ora, vinco premi. Ma cosa vuoi che importi, adesso che si può salvare lo zio preferito di qualcun altro o chi si ama. È solo questo, che conta.
Ho sedici anni, sì, e potrei aver fatto la differenza.

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