Profumo di spezie e benzina, tempie che pulsano migliaia di cuori, caos e fermento, un groviglio inestricabile di cose, persone, ovunque; nulla si ferma, nemmeno la notte. Due giorni ad Hanoi e un amico, racconti di un occidentale in Asia, poi nuovamente in bus verso Vientiane di notte, con il naso freddo sul vetro, mani raccolte attorno al viso per intravedere ombre e forme di paesaggi. Un confine irreale, la bruma e il tempo che si ferma, timbri, soldi e facce stranite, popoli che si studiano e una zuppa calda; mi stendo sui gradoni, è l’alba, persone corrono tra il mio sacco a pelo e il Mekong, alzo lo sguardo verso la Thailandia, sonnecchia. Nuovamente in bus, accompagno bambini curiosi, contadini e prodotti verso il mercato; montagne, alberi e serpentine a finire, destinazione Luan Prabang tra il Nam Khan e il Mekong, aspetterò lì il nuovo anno, con tramonti spettacolari, templi, natura e naturalezza. È arrivato con la festa in piazza, tutti assieme; carico i miei pensieri sulla lanterna volante: sale alta nel cielo scuro assieme alle sue sorelle fino a scomparire tra le stelle. È tempo di ballare e di lasciarsi andare. Anno nuovo, volo tra minute donne vestite con sgargianti colori, mi sostengono tra i fangosi sentieri del nord. Le nuvole entrano nei polmoni e ti lasciano nel silenzio, sguardi orgogliosi e penetranti. Yo ho yo ho, la spada, il corvo e il mare, nostromo vira a babordo, un gigantesco drago scende su Ha Long, migliaia di schegge della sua schiena infilzano queste verdi acque. Nella quiete una madre attende la figlia in barca, sei bimbi escono festosi da scuola e salutano. Dove giocheranno a palla? Sogno battaglie di pirati e riposi tra bianche spiagge. Al risveglio, lo sguardo si perde tra i piani, scende lentamente fino a terra tra i giganti, esplode un brulicare di vita, mercanti di cibo e cose. Hong Kong ha molte anime, tante quante l’Asia intera.