Non ricordo più chi ha detto che i pittori fiamminghi conoscevano le condizioni ottimali della luce qualsiasi cosa guardassero. Certe cose è meglio guardarle il pomeriggio, altre la mattina. O la sera, quando le barche si mettono alla fonda o rientrano in porto.
Anche a me certe volte sembra di essere un po’ fiammingo. Quando mi capita di frugare l’aria in cerca della Luce Ottimale per le cose quotidiane: un risveglio, un viale di Milano, la gente nei caffè, l’attesa di un tram.
Di questi tempi, però, a me pare che la Luce si rifiuti di partecipare alla vita. Quasi avesse iniziato a non dar più colore alle cose. Tanto, così pensa la Luce Ottimale, perché l’inutile sforzo di far brillare le bassezze degli uomini?
Guardo le barche alla fonda o che rientrano in porto e mi chiedo se esisterà ancora una Luce Ottimale per la vita. O se è solo un momento che poi passa.