Ogni bambino dovrebbe avere un libro sul Natale, uno scrigno segreto e prezioso, una magia a cui ricorrere in ogni momento. Racconti, memorie, canti, disegni, poesie di Natale.
Io ne avevo uno su Babbo Natale nel mondo. Chi porta i doni assume sembianze diverse a seconda di luoghi e paesi.
In Russia, dove la Natività si festeggia il 7 gennaio secondo l’antico calendario giuliano, c’è Nonno gelo, Ded Moroz, vestito con un lungo abito blu o bianco e accompagnato dalla fanciulla della Neve.
In Danimarca e in Norvegia, invece, ci sono i folletti dispettosi Nisser che bisogna ingraziarsi con i dolci.
Nei Paesi di lingua tedesca e del centro Europa, c’è san Nicola, santo protettore dei bambini: fa loro visita tra il 5 e il 6 dicembre.
Nei Paesi scandinavi il 13 dicembre porta i doni santa Lucia: è vestita di bianco, porta una corona di candele posta sul capo. Tra tutte la figura per me più incantevole, bella ed eterea.
Lggevo e rileggevo quel libro, pagina dopo pagina, sentivo la carta leggera e arrivavo così alla fine sempre senza fatica.
Dopo la lettura provavo a tenere a mente ogni cosa, soprattutto nomi e date di festività, esercizio difficile per una bambina svagata qual ero. Volevo ritornare con il pensiero ad essi il giorno giusto immaginando come potesse essere per gli altri bambini, da qualche altra parte nel mondo, l’attesa di qualcosa di straordinario, di magico.
Crescendo mi sono sempre più resa conto che la magia accade perché i bambini la fanno accadere e che tutto questo non cambierebbe nel tempo se solo continuassimo ad avere fiducia, speranza. Le cose accadono perché noi le facciamo accadere e invece a volte le cose più belle semplicemente “cadono”, si perdono, ne sentiamo continuo il dolore.
Ci vorrebbe ancora un prodigio, un soffio fatato sul cuore.
Siamo noi, solo noi infine, questa magia.