La moglie resta esasperata

Lunedì pomeriggio, mentre si cominciava a intuire l’esito delle amministrative, ho scritto un tweet: «E se fosse come una moglie che decide di andare col primo che capita? Ma lo fa una volta, anche se continua ad essere esasperata col marito». Il riferimento è chiaro: il flop dei grillini.
Il tweet mi è tornato in mente dopo aver letto i commenti sui quotidiani di stamattina. Tutti (comunque i più) si concentrano sul risultato negativo del M5S e cercano di individuarne le cause e – soprattutto – le possibili conseguenze.
I commenti sono, in genere, seri e prudenti. Nessuno sottovaluta la caduta del consenso a M5S, la sua dimensione pur nell’ambito della crescita delle astensioni; alcuni, come Ilvo Diamanti su la Repubblica, svolgono osservazioni sul peso che hanno, nelle elezioni amministrative, il radicamento sul territorio, la qualità e la popolarità dei candidati ecc.
I più acuti invitano il PD, in vantaggio nella maggior parte dei casi, a non compiere errori di valutazione. A non pensare che ormai (come imprudentemente hanno titolato alcuni giornali) il «pallone Grillo è sgonfiato». La parte dell’elettorato che ha manifestato delusione per il comportamento sconclusionato del M5S, e non ha confermato il voto di due mesi fa, non ha però cambiato opinione sui partiti che aveva deciso di abbandonare; i motivi della ripulsa restano in piedi, e faranno bene i partiti a non ignorarlo, se vogliono recuperare un rapporto.
È il motivo per cui mi è tornato in mente il tweet. Prima di metterlo in rete sono rimasto a pensarci qualche minuto; avrei voluto completarlo con un ulteriore concetto, ma non mi è stato possibile per il vincolo delle 140 battute. Lo completo adesso. Avrei voluto concludere così: «Non si illuda, però il marito. Non è affatto il segno che la moglie esasperata torni da lui. Lei continua a non sopportarlo più; e ci vorrà del bello e del buono per riconquistarla; ammesso che ci riesca».

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