La più amata è lei, Teresa Ciabatti, l’autrice, la figlia di Lorenzo Ciabatti. La più amata è quello che lei si convince di essere nella sua infanzia dorata, tra Orbetello e Grosseto, per suo padre: il Professore. Primario, notabile, uomo di potere, massone, e molto altro nella ricostruzione dolorosa condotta oggi da adulta sofferente ancora in cerca di risposte.
Un grido di rimprovero questo romanzo, un urlo pieno di rancore rivolto al padre e alla madre, vittima come i figli, bellissima figura intensa di donna moderna calpestata dalla prepotenza, dall’arroganza, dall’orgoglio forse, ma in fondo madre incapace di uscire da un tunnel.
Teresa Ciabatti ha scritto un libro coraggioso e molto controverso, che fa discutere e che sono certa dividerà il fronte dei lettori tra entusiasti sostenitori e boia implacabili, senza mezze misure. La sua scrittura però è travolgente per tutti, non ci si ferma a metà percorso, si galoppa tra le frasi brevi, i pensieri spezzati, i dubbi inseriti accanto alle certezze. Si viene agganciati dalla storia a tratti apparentemente confusa, con sovrapposizioni di piani temporali, i ricordi si intrecciano senza un rigore preciso ed è evidente, dichiarato, che non c’è assoluta verità. Ma così è la vita: conta sì la verità, ma anche quanto ricordiamo della verità e quanto manipoliamo.
Teresa Ciabatti soffre in modo tangibile nel riproporre i passaggi della sua storia personale, nel delineare la figura di un padre davvero padrone. Lei si sentiva la più amata? Non è certo, sicuramente voleva esserlo, sicuramente più lui si allontanava e si sottraeva affettivamente e più pressante era la richiesta della figlia, più sfacciata la sfida.
Non sta al lettore fare l’analisi psicologica del loro rapporto e la destrezza di Ciabatti sta proprio in questo linguaggio incalzante di protagonista, coinvolgente, trascinante anche nei passaggi sgradevoli.
Entriamo nella storia lentamente seguendo le vicende del padre ancora giovane medico di famiglia borghese, poi quelle della madre brillante studentessa di medicina proveniente da famiglia semplice, figlia unica di mamma vedova. L’incontro tra i due genitori è promettente, sembrano esserci le basi per un grande matrimonio anche se nella provincia di Grosseto degli anni sessanta una donna come Francesca appare troppo stravagante. Quello che seguirà è raccontato senza ordine cronologico, ma in una mescolanza di ricordi, come del resto è la nostra memoria. Teresa trova con fatica le risposte che cerca da una vita, non sappiamo se trova anche un “colpevole” dei suoi problemi esistenziali. Ammesso che ne esista uno nella vita degli individui. Sicuramente però questa lettura lascia un segno a chi è sensibile al tema dei rapporti tra padre e figlia, tra madre e figlia, nella costruzione della propria identità.
Sullo sfondo rimangono un po’ appannate le vicende politiche italiane e i personaggi della cronaca politica coi quali Lorenzo Ciabatti aveva legami molto compromettenti. Un limite forse, sebbene tutto il racconto sia visto con gli occhi della giovane figlia inconsapevole. Lorenzo Ciabatti muore infatti quando Teresa ha solo 18 anni. Nell’ultimo capitolo, sicuramente il più debole, l’autrice denuncia tutto il suo disagio di donna adulta e la sua difficoltà nella stesura di questa ricostruzione.
“La più amata” è stato tra i finalisti del premio Strega 2017 ed è arrivato secondo.
Teresa Ciabatti – La più amata – Mondadori 2017. Disponibile anche in e-book