La ragazza con l’orecchino di perla

Un robino di 44×39 cm. Bianco, giallo, azzurro, nero. Perla. Un faccino ingenuo ma silenzioso, incuriosito ma serio, sorpreso ma fermo, puro ma scrutante, morbido ma presente, elegante ma semplice, luminoso ma segreto. La testa ruotata, la bocca dischiusa, lo sguardo rivolto. È monacale e seducente, immobile nei secoli, folgorata nell’attimo. Chi l’ha vista non potrà mai dimenticarla. Non si dimentica solo perché è famosa, si imprime perché è stupefacente. La sobrietà e lo splendore, l’attenzione e il candore, il brivido del turbante, la sospensione della grande perla. Chi ricambia il suo sguardo ha un fremito, chi la osserva a lungo sente il brivido della bellezza lungo la schiena. La luce la imbianca, la luce del Nord rischiara le labbra rosse e fa ombra del suo paffuto, piccolo naso. Niente orpelli, nessun barocco, nessun dramma. L’essenza. Questa è la vita.

Ragazza col turbante, J. Vermeer. 1665. In mostra a Bologna,
Palazzo Fava, dall’ 8 febbraio al 25 maggio 2014

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