LA REGINA DEI CLOCHARDS

Dormiamo fino a mezzanotte a Les Sablons. Siamo sempre in quattro, con Claude, Aline e Mathieu. Quando ci cacciano via ci piace salire in superficie e guardare lontano, nel cuore di Parigi.
Io la domino tutta, Parigi, Aline invece piange perché pensa a quando aveva un tetto in Boulevard D’Argenson. Non le ho mai chiesto perché abbia perso la casa e forse lei nemmeno se lo ricorda. Claude e Mathieu non parlano, bevono soltanto e pensano, io mi butto contro il muro e aspetto. Io sono pulita dentro, lo so. Anche Aline lo è.
Il resto della notte restiamo lungo la Senna. Sotto il Pont St Michel con qualche materasso ce la caviamo. Comunque le coperte non ci mancano: sono tutto quello che possediamo.
La prima volta che la sognai fu due anni fa. Allora credevo che la mia vita assomigliasse a una maledizione perché mi mancavano carezze. Era la notte di Natale e avevo camminato in Rue Mouffetard, il naso contro i vetri a penetrare il profumo di festa. Mi sentivo maledettamente corpo con la mia fame e, anche se con me c’era Parigi, mi sentivo desolatamente sola. A Les Sablons mi addormentai contro il solito muro, fu allora che la sognai.
Sono passate tante notti da quella prima volta, anche stanotte, sono sicura, succederà. Lei ci sarà, la donna del mio sogno, la regina, dice lei: sono la regina dei clochard. Un calcio al fianco mi sveglia di soprassalto, è Aline che vuole spazio. Chiudo gli occhi per rivederla. La mia regina è di nuovo lì con un fiasco di vino e camembert, per me. Sento caldo prima nella gola, poi nella pancia. Buono questo vino, è forte questo vino. E con un altro calcio Aline pone termine al mio sogno ma io sto meglio, molto meglio, come ogni notte oramai, come se quel vino l’avessi bevuto davvero, come se quel camembert l’avessi mangiato davvero.
La sogno ogni notte, è un appuntamento. Oggi ho deciso di raccontarlo ad Aline, a Claude e a Mathieu. Aline sgrana gli occhi: anche loro la sognano tutte le notti. Ecco, penso, non possiedo neppure un sogno mio. Sono una povera clochard che non possiede più nemmeno i suoi sogni?
Non possediamo nulla, solo quattro coperte e questo stupido sogno, così importante da diventare tutto quello che siamo. Dei sognatori, forse.
È bello il nostro sogno, siamo belli. Viviamo a Les Sablons, siamo sempre in quattro, con Claude, Aline e Mathieu. Siamo quattro clochard e abbiamo un segreto. Lo stesso. Per questo sorridiamo quando i nostri occhi si incrociano, le nostre mani si sfiorano e le nostre anime parlano.

Clochard
Clochard

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