La religione degli affetti

Per il mio alunno
che pensava di essere un leopardo
per il mio gatto
che è una piccola persona
per le pietre e i numerosi sassi
fondamentali parti di ogni inciampo quotidiano
per il cielo di cui partecipa il gabbiano
per la necessità modesta della sete e della fame
per chi è curioso senza farmi male
per chi è restato immune dal morbo della presunzione
per il barista rassegnato all’ottimismo sotto casa
per la bellezza che non ho mai compreso
per la confidenza con la stupidità e con la comprensione
per il tutto che senza parte non si dice
per le letture abbandonate ad ogni estate
per la cecità di Borges e la brutalità di Polifemo
e per le mille astuzie di Voltaire e di Sebastiano
che prima di chiudere bottega mi propone le verdure
dico comunque grazie
e mille volte scusa
a chi, per mio stupore antico
mi ha sorprendentemente amato.

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