La giovane campagnola davanti alla stazione Orientale di Budapest, in questa foto degli anni ’30, mi ha colpita sia per la bellezza dell’immagine sia per l’associazione immediata con la protagonista di uno dei più bei romanzi ungheresi in assoluto, Anna Édes di Dezső Kosztolányi, cui ho anche lavorato e che sta per uscire nella seconda edizione sempre a cura delle Edizioni Anfora, con la prefazione di Antonella Cilento. Dezső Kosztolányi (1885-1936) è uno dei più grandi scrittori del Novecento ungherese, molto apprezzato da Sándor Márai e da Thomas Mann.
Anna Édes è probabilmente il romanzo più maturo di Kosztolányi, scritto nel 1926 ambienta la trama fra il 1919 e il 1922, subito dopo la sconfitta e la fuga del primo governo comunista ungherese, preceduta dalla fine della Prima Guerra Mondiale e dalla dissoluzione della Monarchia Austro-Ungarica. La giovane Anna arriva dalla provincia ungherese a Budapest e trova servizio presso l’alto funzionario Vizy e sua moglie. Si rivela una cameriera perfetta, eppure tutto finisce in tragedia, in apparenza inspiegabilmente.
In questo romanzo Kosztolányi dimostra un’impareggiabile capacità di usare l’ambiguità per raccontare una sorprendente storia, che è anche un raffinato affresco di una società e di un’epoca, e per farci capire che l’essere umano è sfuggente e lo è anche la sua vita, sempre carica di mistero.
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