La Signorina Pazienza

La giornata si preparava a essere lunga e impegnativa. La signorina pazienza, Pazi per chi voleva considerarla amica, come sempre attendeva senza scomporsi in una stanza piccola ma accogliente e guardando al di là della finestra, osservava il vivo pullulare di gente apparentemente frivola ma felice. Pazi accennava più volte un sorriso di partecipazione.
La signora frenesia, Fren per chi osava chiamarla così, era invece intenta al tavolo da lavoro, digitando al computer e contemporaneamente rispondendo al cellulare. Era già al quinto caffè della giornata, indecisa se accendersi una sigaretta. Alla fine, non del tutto convinta, prese una pausa e andò a fumare su un terrazzino che affacciava su una bella piazzetta, la stessa che distraeva Pazi.
Fren era piuttosto irritata alla vista di tanta noncurante perdita di tempo. C’era un gran viavai: passanti a piedi o in bicicletta, clienti del bar in piazza che sedevano ai tavolini, sorseggiando aperitivi. Il ristorantino in piazza “La dolce vita”, molto frequentato, aveva per Fren un nome già sufficientemente fastidioso ma occhieggiava impertinente insieme a una seconda insegna “slow food”. Slow?!!! Non era certo una estimatrice dei ritmi lenti della vita.
Fren continuava a guardare inorridita le persone in piazza, quale contributo davano alla produttività? Che spreco di energie!
Paz invece era, a dir poco, deliziata.
Gli avventori romantici del negozietto di fiori dalla vetrina in stile liberty, ne uscivano felici quasi trionfanti: profumi di primavera si diffondevano nell’aria, Fren ne era infastidita. No, non amava i fiori e la loro stagione.
Paz, al contrario, era lei stessa la primavera! Dopotutto niente è più paziente della primavera che attende a lungo prima di rifiorire.
Pazi e Fren, strano a dirsi, erano state compagne di scuola, al liceo. Pazi era quella all’ultimo banco, carina e gentile ma troppo discreta perché la si notasse.
Fren, al primo banco, prendeva appunti scorrendo rapidamente la penna sul foglio, scriveva tanto, tantissimo. Più volte inoltre interveniva interrompendo la lezione e citando a memoria completava quello che il prof cominciava a disquisire. Si preparava puntualmente l’argomento anticipandone lo studio e nell’ascoltare la spiegazione si compiaceva per quello che aveva in precedenza già imparato e che adesso poteva ostentare. Pazi invece si disponeva tranquillamente all’apprendimento, non prendeva che pochi appunti, qualche parola, qualche frase, quando più le piaceva, ascoltava con interesse e partecipazione, lo sguardo lucido, quasi commosso. Ed imparava, imparava con gioia, fissando le nozioni con i sentimenti che provava.
Pazi e Fren avevano condiviso l’ambiente per la sola durata del percorso liceale ma senza mai entrare in confidenza, nonostante la benevola e sorridente disposizione di Pazi. In seguito, non s’incontrarono mai più, rimanendo ciascuna dal proprio lato.
Il mondo intanto prese a somigliare a Fren, sempre più veloce e implacabile.
Pazi si appartò, non senza sperare che le cose intorno a lei cambiassero.
Nulla cambiò o meglio ci fu ogni tanto qualcuno diverso e forse ancora c’è.
A proposito, voi siete più Pazi o più Fren?

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