Auschwitz. Centinaia di pullman nei parcheggi, migliaia di persone che si affollano verso l’ingresso, per l’abbinamento con le guide e gli auricolari. INGRESSO GRATUITO! A noi tocca un simpatico anziano professore… in lingua polacca. Ma Ursula è molto brava a farci da interprete. C’è uno strano silenzio. No, c’è un rispettoso silenzio. Si sente solo parlare, in tutte le lingue, la guida che sta alla testa di ogni gruppo. Sguardi di incredulità e occhi lucidi. Le macchine fotografiche e i telefonini lavorano, con pudore molto sotto la media della vita fuori di lì.
Superata la storica porta d’ingresso al campo mi è sembrato di vederlo.
Era in divisa di colonnello, inappuntabile con gli stivali lucidissimi e perfettamente sbarbato. L’espressione del niente mentre socchiudeva appena gli occhi per cogliere ogni particolare da quei corpi ancora vestiti di umanità che gli sfilavano di fronte. Il dr. Josef Mengele (il dottor Morte) usa solo un movimento del pollice della mano sinistra per indicare, a quei disperati, da che parte andare. Da una parte la morte certa e dall’altra una vita breve e terribile tra le sue mani di scienziato folle.
Di pazzi criminali non c’era solo lui. Studiosi tedeschi stabilivano la giusta quantità di sassolini (Zyklon B) da immettere nei tubi che producevano il gas nelle camere. Un calcolo meticoloso, che stabilì quanti ce ne volessero per ognuno presente nella camera. Il comando tedesco viveva nell’incubo di rimanere a corto di sassolini.
La visita ad altri campi di sterminio come quello di Wadowice è anche peggio. Per uno strano caso del destino, ci imbattiamo all’uscita, in un gruppo di giovani israeliani venuti a “vedere l’orrore”. Hanno bandiere e sono, come tutti i giovani, chiassosi, e ci viene spontaneo fraternizzare ed essere partecipi con loro: tentano a loro modo di esorcizzare, certo, non di dimenticare tanta tristezza e tanto dolore.
Quel chiasso rinfranca un poco anche noi, pensando che per questi ragazzi la vita potrà essere diversa e l’augurio glielo abbiamo trasmesso con tutto il cuore.