Abbazia di Letthunger. Seconda Puntata


Riassunto della puntata precedente

Sei su Scherzi a parte?. Nah! Stai guardando il sequel 2013 di uno scemeggiato con regia di Anton Giulio Majalo. Il titolo? Il conte di Montapresto, Anna Finokkhiarina, E le veline stanno a guardare o l’attualissimo L’Abbazia di Val Lombroso.
Fai tu. Scegli almeno il titolo, dato che il film è unico, è a reti unificate, e nessuno zapping potrà mai salvarti.

Seconda puntata

Hot Pulmino, sweaty pullovers
Al Phanos. L’unica trasgressione della sua infanzia-adolescenza-età-matura, interamente improntata al cult del Biancofiore (simbolo d’amore), era stato l’ascolto di vecchie cassette di Guccini. L’Avvelenata, per esempio, preclaramente dedicata a una povera vittima di persecuzioni giudiziarie. Dice (chi????) trepidante all’autista di porla nel mangiacassette.
Il Principe Letta, furibondo, interviene: «Cosa ti salta in mente? È nata a sinistra. Una sinistra mica perbene come la nostra! La sinistra di un demente che si lancia contro i treni, non la sinistra che produce gli Itali, i Frecciarossa e NOI!».
Sudore nei pullover. Mimano una rissa. Infine si accordano sul nuovo cd (o dc?) di Apicella, interamente dedicato al nuovo governo. Pezzi: Che bello, due ministre, una chitarra e lo Spineto, dedicato tutto alla fantastica abbazia dell’amore che stanno per raggiungere.
Wow. E poi l’Inno Oh Whiteflower, symbol of love. Un orgasmo melodico?
«Minchia, metti Cocaine che ci si addormenta!» ulula Mici-chi-è dalle retrovie. Viene accontentato. La Nunzia (apostolica?) guarda fuori, i campi, le opime fattorie, le quote-latte. È felice, lei.

Appena giunti, le mani giunte, il cilicio ben ascoso sotto i pullover, si riuniscono nella Chiesa consacrata alla Stampa.
La Padania: «Sciura badante King, lei cosa ci ha messo nella valisa? Un liber sul cannibalismo tanzano?»
«Mi sono portata Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Finzioni occidentali di Gianni Celati, un manuale di chirurgia della cornea, Kafka, Proust, Thomas Mann…»
«Cazzo, tutti sti libri neger! Lei è un pericolo per il Popolo Autoctono! Lei è atavicamente una Venere Ottentotta, piena di pericolosa sensualità. Lo dice anche la Boccassini che la Ruby l’è fürba perché l’è nata in Marocco e noi allora lo diciamo bello forte che lei, ministra badante, l’è neger quindi è atavicamente tr… »
Il Principe Letta fa un cenno alla giornalista dell’Unità per rompere l’ennesima potenziale rissa in pullover.
«E lei, cara signora Whiteflower, cos’ha messo nella San Vitur?»
«Beh, come sa sono sottosecretaria al marchio pura lana vergine con delega al Botox e alle Infradito di classe, quindi ho portato con me qualcosa di puramente spirituale. La Orate, naselli, santa enciclica di papa Francesco, che sempre mi ammonisce al Bene dell’Embrione Italiano.
Un caldo applauso nasce dal cuore dei presenti. Solerti suorine indicano ai giornalisti che il tempo delle interviste è finito.
Più tardi parlerà il Principe, ma ora c’è la Messa, vietato disturbare l’afflato mistico che da cotanti cuori e pullover spontaneamente sgorga.
Whiteflower si alza. Il tacco dodici sembra un poco spiazzato sul cotto toscano di Val Lombroso, e sguscia di traverso, facendola caracollare e scivolare proprio dove nordica mai avrebbe desiato: il pettorale ottentotto della ministra King.
Un brivido, ‘no sturbo, appena percepibile all’esterno, ma dentro il tacco dodici un uragano si è smosso, promette tempesta. Quella pelle vellutata, quelle tett…, e che cazz… devo ricordarmi che ho fatto fortuna come omofoba, non posso sputt… così.
Così.
Perhaps perhaps perhaps.
(continua)

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