Abbazia di Letthunger. Prima Puntata

 

Voldemort aveva vinto la sua battaglia per il Regno di Pattalandia?
Una somiglianza con il camerlengo Moavero c’era, invero, ma non tutto poteva dirsi vero. “Come in un racconto di Borges”, pensò la ministra Kyenge, l’unica davvero colta in finzioni occidentali del con-sesso (gli altri della “cultura occidentale” più che altro si servivano per dare una patina alle loro concioni, qualora si trovassero nella marca di Val Brembana, of course).
Avevano fatto patta, o meglio: avevano impattato; così aveva detto il Principe Lett nella trasmissione biopollitica e telepatica del rapper Fabri Fazio.
Credo quia absurdum, la corona di spine nel feretro sacerrimo di Silente Andreotto aveva dato la linea. Definitiva come un cablogramma dall’al di là, e dall’al di sotto, ovviamente. Ora, alleate fra loro, le orde del Bene e del Male e del Cencelli si riunivano lette lette nel maniero-abbazia-casamatta-bordello-casa del popolo di Letthunger. Un Belsito, fiorito di Margherite ed Ulivi, nella gotica primavera italiana.
Mi-chi-è Whiteflower, una nota romantica, ripiegò lo stendardo forzista, il gadget Tigelle della Libertà, il manganellino autografato Silvio B. da borsetta e le mutandine di seta Dolce and Gabbata nella Louis San Vitur d’ordinanza. Si sa mai, e mai dire mai. Tremò, un poco, al pensiero di poter contrarre ‘l tarlo di Brunetto Latini se baciata da qualche camerierina magari bicolor e – orrore! – bisex o da una democristiana velata avvezza ai vizii della sacrestia, fra le cotante Margherite, invito imperituro al “saffismo”. Renza e Lucia, puah, è contagioso, meglio mettere un po’ di propoli nella San Vitùr, saggiamente s’autoammonì Whiteflower, symbol of love.
Al Phanos, tiranno di Siracusa in carriera, aveva fatto scorta di cannoli al bar “Totò” mentre il fido Mici (che???) arrotolava un biglietto da 100 euri facendone una cannula. Per meglio bere la nota coca-cola dei padri cistercensi di Letthunger?
Cannoli, pensò Al, qualora pergiungesse Don Bairo in visita guidata e ne lamentasse la mancanza. Simbolo di patto, di patta, di Pace. E comunque un simbolo fallico e isolano era d’uopo, in quel consesso di scout che prometteva tutt’al più pagaiate nel botro fangoso con la campionessa tedesca di ius soli a tenere l’implacabile ritmo della modernità.
‘Na sola che non vi dico, sto Letthunger, nemmeno una velina, che so, una barchetta per andar di bolina mentre carpisci la tettina, e tutti a letto dopo Letta in una tetra celletta dove una tv in bianco e nero trasmette ininterrottamente il memento nazionale: forza raga, siamo ai mondiali di Messico 70, Italia-Germania 4-3. IDEM IDEM IDEM!

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