Forse, anzi, quasi sicuramente non mi accadrà mai. Però una remotissima possibilità di incontrare un alieno potrei pure averla.
In fondo l’universo ha le dimensioncelle che ha, le galassie non sono poi poche, e la probabilità che da qualche parte ci sia un altro pianeta come il nostro, in cui la vita intelligente abbia avuto le condizioni ideali per svilupparsi, non è statisticamente impossibile.
E vi dirò, l’idea di trovarmi davanti un abitante di un altro mondo, mica mi spaventa. Mi incuriosisce, se mai, anzi, dirò di più, mi eccita parecchio.
Ma non sarebbe fantastico scambiarsi informazioni, voi che fate, che mangiate, come comunicate, che vi dite, vi accoppiate o siete autosufficienti per moltiplicarvi, giocate, qualcuno comanda e qualcuno ubbidisce, avete il mare?
Ci sarà il problema di capirsi, ovvio; ma io stupido non sono e lui, se sarà riuscito ad arrivare fin qui, scemo di certo non sarà. Quindi una maniera per intendersi si troverà.
Accidenti, sarebbe davvero bellissimo. No, no, paura no, ma che, scherziamo? E perché mai dovrebbe farmi del male? Non si è parlato di vita intelligente? Intelligenza e violenza sono due termini antitetici, una esclude l’altra, no? Io lo so, saremo fratelli, anche se lui non avrà otto gambe, il secondo cervello per il back up dei dati, il cuore autorigenerante, la retina con il decoder incorporato, e la pelle verde, come la mia.