L’amico Chicianocchio

Se c’è una favola veramente straordinaria (sia detto senza sciocchi nazionalismi) è quella di Pinocchio. Prova ne sia che un colosso americano come Walt Disney pensò bene di appropriarsene, restituendone, bisogna dirlo, una versione cinematografica memorabile.
Ma non è di questo che vi volevo parlare.
Caratteristica dei piccoli è, si sa, quella di interpretare in maniera bizzarra e spesso assai creativa le frasi orecchiate dai grandi. Bene, una di queste frasi era all’epoca frequentata da mia madre, quando voleva far capire ai suoi interlocutori che non aveva nessuna intenzione di preoccuparsi di un certo problema ipso facto ma che ci sarebbe stato tutto il tempo per risolvere la questione con calma, in un futuro non ben determinato. La frase, che sto per riferire, contiene in sé la saggezza tipica dei proverbi e la speranza fondata che, occupandosi della noiosa faccenda a tempo debito, la faccenda stessa si sarebbe evoluta cambiando aspetto, se non addirittura risolvendosi per conto suo o tramite l’intervento di altri fattori o esseri umani più dotati di buona volontà.
La frase (eccola finalmente) è: “Uuuuh. Domani (dopodomani, tra un mese, tra sei mesi) beato chi c’ha un occhio”. Il significato è chiaro: troppe cose succederanno prima della fatale scadenza, perfino che tutti noi, i coinvolti a vario titolo nella questione, avremmo perso magari la vista, tranne pochi fortunati rimasti solo orbi.
Peccato che all’orecchio del bambino che fui, il tormentone recitato con cadenza romanesca, suonava come “Uuuuh, domani beato Chicianocchio”.
Ora, questo Chicianocchio il bambino non aveva la minima idea di chi fosse, e nemmeno se ne preoccupava più di tanto. Immagino che la sua fervida fantasia lo rappresentasse come un misterioso amico di Pinocchio, il terzo elemento, col protagonista e Lucignolo, di una banda di allegri combinaguai di cui lui era il più fortunato e gaudente.

Crescere comporta fatalmente delusioni anche cocenti. Tale non fu la spiegazione a posteriori della famosa frase, perché in fin dei conti la scomparsa di Chicianocchio non era neanche lontanamente paragonabile a quella, chessò, di Babbo Natale o della Befana.
Povero Chicianocchio, però. Ti ho voluto bene lo stesso, e ancora oggi ti ricordo con un brivido di complice simpatia.

 

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