Noi pubblico televisivo ci appelliamo al buon cuore del Presidente della commissione di Vigilanza Rai, perché ripensi l’articolo che vieta “le tifoserie nel pubblico dei talk show”.
Lei raccomanda testualmente “che l’uso del pubblico non condizioni la naturale percezione dei contenuti del dibattito da parte dello spettatore”. E’ un dato di fatto che “la naturale percezione dei contenuti” fosse noia, rabbia, frustrazione, odio, riassumibile in “chepallebastaperpietà”. I nostri applausi, così composti e beneducati (perché chiamarli ufficialmente tifoserie? Siamo allo stadio per caso?) servivano a dare una timida sveglia ai telespettatori affranti sui divani casalinghi. La imploriamo per il bene comune di ridarci i nostri applausi. Non ci faccia restare lì basiti come statue di sale, facendo finta di essere interessati per 2 euro e mezzo l’ora. Ci faccia fare qualche risatina, una smorfietta, una strizzatina d’occhio, ci faccia dare almeno una gomitata al vicino.
La invito a riflettere, Egregissimo Presidente: i talk-show senza di noi non sarebbero più show, ma solo talk, rischierebbero pertanto di uscire dai palinsesti delle reti televisive, che potrebbero venire improvvidamente occupati da altri programmi, comici, educativi, culturali persino! Come passerebbero le loro solinghe serate tutti quei personaggi con i loro botta e i risposta, i dibattiti che degenerano in risse, le urla scomposte, le battute anche quando non le capisce nessuno, le barzellette che fanno ridere solo chi le racconta, le uscite plateali di scena, i dati che non corrispondono, gli slogan elettorali, le telefonate del premier, le minacce e gli insulti? E soprattutto pensi all’effetto di tutto questo di fronte a file di persone mute e impassibili. Jonesco in seconda serata, non sia mai!
Ci ridia i nostri applausi, non ci tolga l’umana dignità, non crei altra disoccupazione, non ci faccia sostituire con delle sagome di cartone. Parafrasando Totò: Siamo pubblico non caporali. Grazie!
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