Carissimo,
ho appena finito di leggere il manoscritto del Suo nuovo romanzo storico.
Davvero interessante e ricco di inventiva. Trovo geniale, ad esempio, l’attribuzione di capacità divinatorie al personaggio di Cicerone, nella scena in cui passeggia con Giulio Cesare davanti al Colosseo, costruito 150 anni dopo.
Altrettanto brillante e originale il Suo modo di giocare con il linguaggio di epoche diverse: il passaggio del Rubicone al grido di “Come on, boys!” offre sicuramente una resa drammatica superiore al banale “Alea iacta est!”, che sa tanto di pedante e scolastico.
Certamente, nel plot vi sono piccoli particolari da mettere a punto, che ad una attenta rilettura certamente non Le sfuggiranno. Ad esempio, l’agire di personaggi già defunti nei capitoli precedenti; l’uccisione di Cesare per avvelenamento (ma comprendo l’intenzione di non ricadere nel pulp dell ‘accoltellamento); e la sottile allusione alla possibilità che la bella Cleopatra fosse nipote del faraone Mubarak.
Si tratta di modesti aggiustamenti – niente di importante – che lascio alla Sua valutazione.
Infine: avrei potuto esserLe di maggiore aiuto se Ella non avesse deciso di scrivere il romanzo in un idioma a me sconosciuto; ma se per caso volesse farmi avere una traduzione in italiano del testo, non mancherò di farLe pervenire le mie ulteriori osservazioni.
Nel frattempo mi complimento con Lei, e Le formulo i migliori auguri per il successo che Ella sicuramente merita.
Cordialmente