Ostentata Malalingua è laureata in Scienze della Comunicazione Carpita all’Università di Bagnacauda. Seminatrice di zizzania geneticamente modificata, sibilatrice di perfidie di alta classe, depositaria del brevetto dell’innovativo “diffusore di pettegolezzi per auto al mango”, la Prof.ssa Malalingua collabora all’Enciclopedia della Mistificazione ed è attualmente collaboratrice del mensile “Denti a contatto”, la rivista dei Dentisti e Ottici che vogliono aggiornarsi.
Dall’ultimo numero di tale rivista, estraiamo l’intervista di Ostentata Malalingua al Prof. Giorgio Clunego, astrofisico.
CI VUOLE UN ASTROFISICO BESTIALE! Dal Big-Bang al Big Jim
Il Prof. Giorgio Clunego, astrofisico presso l’Osservatorio di Quattrobaracche, mi ha intrattenuta oggi su un tema particolarmente avvincente, quello dell’essere umano che, davanti all’immensità dell’Universo, si pone l’inevitabile domanda: ma possibile che solo io non riesca a cuccare? Ed è stato proprio dopo averlo ascoltato che, desiderosa di approfondire maggiormente questo tema, gli ho posto le seguenti domande.
MALALINGUA: – Prof. Clunego, Lei è un ricercatore astrofisico che si interessa di cosmologia teorica, di astrofisica extra-galattica e di altre energie. Lei studia anche la formazione e l’evoluzione delle strutture cosmiche, le galassie e gli ammassi di galassie; inoltre Lei partecipa al coordinamento di studi extra-galattici. Ma quando lo trova il tempo per un’apericena o una conoscenza carnale?
CLUNEGO: – E infatti non lo trovo. Proprio per risolvere questo problema mi sono concentrato sui worm-holes.
M: – Oh! Non creda di cogliermi impreparata, sa? Anche io cerco di informarmi e di tenermi aggiornata, procurandomi articoli o pubblicazioni: ho la collezione completa di “Casalinga curiosa”, i primi 123 numeri di “Madame à la page”, nonché gli speciali di “Donna Carmela, i soufflé e le stelle”, basilari per una cultura (g)astronomica e astrologica. Ho letto, per esempio, sullo speciale “Glasse e galassie”, che in teoria si possono costruire tunnel, i worm-holes, nello spazio-tempo, attraverso i quali si potrebbero raggiungere le galassie. Ma è veramente possibile questo? E se sì, non potremmo utilizzarli nelle code in autostrada?
C: – È proprio su questo che sto lavorando: voglio trovare anche nella nostra atmosfera (che so, anche qui, ora, in questa stanza) il worm-hole che mi permetta di passare da un punto A a un punto B e viceversa, attraverso un cunicolo spazio-temporale, più velocemente di quanto la luce possa fare seguendo il “percorso normale”.
M: – Perbacco! Da B ad A! Varrebbe anche per la promozione del Genoa?
C: – Non esageriamo: questa è scienza, non fantascienza! Però, in questo modo, sempre teoricamente, muovendomi più velocemente della luce, potrei essere qui a sbattermi tra telescopi ed elaboratori, ma nello stesso istante potrei essere insieme a una bella figheira, risolvendo così l’annoso problema che lei ricordava nella sua prima domanda. Potrei anche viaggiare indietro nel tempo che passa nel punto A dell’Universo e arrivare in orario a quell’appuntamento mancato nel 1963 con la mia ex fidanzata Eufrasia… Le possibilità offerte dai worm hole sono innumerevoli!
M: – Professore, Lei ha trattato il tema dell’essere vivente nell’universo, riassumibile nell’antico quesito esistenziale «Yu-u? C’è nesciuuunooo?». Penso che ormai questa sia la domanda che si pongono tutti, specie il sabato sera e a Capodanno. Già molti scienziati si sono dichiarati certi che possano esistere tanti altri pianeti che hanno avuto condizioni tali da permettere lo sviluppo della vita dopo solo un paio di appuntamenti. Ma allora, secondo Lei, perché io continuo a non avere uno straccio di fidanzato?
C: – Il nostro universo ha preparato le condizioni per lo sviluppo della vita (come noi la conosciamo) in molti luoghi dello spazio e non solo sulla Terra: però questa è solo una condizione necessaria per abbattere la sua solitudine cosmica, ma non ancora sufficiente. Esistono, infatti, impedimenti di altra natura al soddisfacimento delle sue esigenze. In parole povere, nella ricerca di eventuali fidanzati nell’universo, lei deve considerare la diversità delle possibili forme di vita planetaria, nonché alcune possibili difficoltà di natura astro-biologica e bio-tecnologica nel “concretizzare” il vostro incontro. Anche nella migliore delle ipotesi, ovvero che esista un omino verde e bitorzoluto disposto a copulare con lei, ci vorrebbero alcune decine di migliaia di anni ─ la distanza tra noi e uno dei luoghi in cui si ipotizza la presenza di pianeti extrasolari abitabili è di circa 20-30 mila anni luce. Debbo inoltre pensare che in questo intervallo di tempo, una civiltà extraterrestre tecnologicamente evoluta evolverebbe ancora in maniera notevole e l’omino verde potrebbe ripensarci e preferire alla sua forma umana, signorina Malalingua, quella di una donnina amaranto con quattro occhi e cinque nasi (che comunque non farebbero il suo, signorina).
M: – Ma Lei è veramente un cafone, lo sa? La perdono solo perché è bello come Orione!
C: – La prego, signorina, resti seduta… ma che fa? Per favore! Mi tolga le mani di dosso!
M: -Timidone! Mi permetta, per concludere, una domanda un po’ impertinente. Il sottotitolo del Suo ultimo saggio è “la visione di un cosmologo sulla vita, l’universo e… altro”. Che cosa è questo altro?
C: – Il termine “altro” si riferisce alla mia collezione di foto scattate col telescopio alla signora del palazzo di fronte. Si chiama Stella Nana. Capirà, con un nome così… STIA FERMA, LE HO DETTO!!!
M: – Ma non le interessavano i wArm hole?
C: – wOrm hole, signorina Malalingua, con la O!!!!!
M: – Va bene, se le piace di più…
C: – #########!!!!
(… arrivederci al prossimo numero de L’Appuntanaso)