La prima sorpresa è la sala piena.
Fuori, Roma ha un aspetto spettrale, perfettamente adeguato a questi giorni di paura. Pandemia e guerra non sono uno scherzo, lasciano ferite silenziose ma profonde, negli animi.
E allora tutti dentro, al Teatro Vascello a godere di uno spettacolo di prim’ordine in tutti i sensi.
Valerio Binasco mette in scena l’assurdità di un classico di Ionesco del 1952, che a conti fatti non ci sembra affatto, oggi, più assurdo di quanto la vita reale non ci proponga nel quotidiano.
Le Sedie, oggetti-individuo, assistono mute al toccante vaniloquio di due vecchi coniugi, “individui imprigionati dentro persone”, accompagnandoli verso la conclusione di una vita più immaginata che reale.
Il racconto sempre ironico della loro infinita stanchezza di vivere è scandito dai deboli colori di una finestra, inquietante e piatta come un quadro di Rothko, aperta su un mondo forse mai esistito, per testimoniarne gli ultimi battiti.
Ciò che non è stato e ciò che non potrà più essere si declina non senza leggerezza, nei toni di una commedia tragica e commovente, fino all’inevitabile finale, quello che attende tutti noi umani.
Nel paesaggio interiore delle due anime, mirabilmente rappresentato dalla scenografia e dalle luci di Nicolas Bovey, premio Ubu 2021, eccezionale la prova di Michele Di Mauro e Federica Fracassi, attori di rango nei panni dei due protagonisti. Applausi scroscianti, interminabili e convinti.
Le Sedie di Eugene Ionesco – Teatro Vascello 4 marzo 2022