Les angles morts

“L’angolo morto è la zona inaccessibile (nascosta) al campo visivo del conducente di un veicolo. Si tratta di una zona che non è coperta né dal campo dei retrovisori, né dalla vista del conducente, a meno che non si giri la testa o non si muova la parte superiore del corpo”.

Non aveva più molta strada davanti a sé.

Guidava piano, lasciando che le altre macchine superassero la sua, indifferente alla loro velocità sprezzante. Qualcuno si girava a guardare, per vedere chi fosse alla guida di quel veicolo lento, arrancante, appeso alla carreggiata di destra. Altri sembravano apposta centrare le larghe pozzanghere d’acqua e fango – formate da una pioggia incessante che da tempo non dava tregua – per inzaccherare ulteriormente il suo parabrezza.

Guidava senza quasi rendersi conto di farlo, assente, pesante e indolente. Voci uscivano dalla radio accesa, ma non scalfivano il suo monologo interiore. Seguiva, senza davvero vederle, le linee di corsia, ipnotizzato dal loro svolgersi continuo. Sentiva la vischiosità dell’olio sull’asfalto, la ridotta capacità di grip degli pneumatici, lo sbandare delle ruote assecondato e poi corretto.

Guidava e il tempo era scandito dal metronomo dei tergicristalli. La pioggia pareva aumentare, sipario acqueo che calava veloce. Ai lati della strada correvano, inversamente alla direzione delle macchine, prati, alberi, colline, animali, case. La mente seguiva a sua volta un percorso à rebours, capace di vedere flash di vita, di vite. Ma non tutto, non tutto. Ci sono cose che non si devono vedere, che non si possono più vedere.

Guidava a un’andatura da bradipo, senza quasi accorgersene, auto e camion continuavano a superare quella macchina ridicola nel suo inesorabile rallentare. Sembrava doversi fermare in qualche corsia di emergenza e forse era proprio quello che doveva fare. Che avrebbe dovuto fare.

L’automobile sbandò, una saetta senza luce, proprio mentre un TIR stava svoltando in uno svincolo. Il camionista neppure la vide. L’automobilista, invece, rivide improvvisamente ciò che aveva perduto.

#Aglaja

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