L’ho fatto apposta a farmi la Posta

Basta fare la radical chic, l’intellettuale, la snob alternativa, devo immergermi nel mondo reale. Inizio sabato sera con una puntata di C’è posta per te e mi trovo catapultata in un mondo di famiglie distrutte da morti improvvise e di eroi da libro Cuore.
C’è il buono, che sgobba dalla mattina alla sera per mantenere tutta la famiglia e sogna di conoscere un calciatore della Roma che, una volta materializzatosi, inizia a emettere in una lingua new age suoni gutturali e concetti incomprensibili che il pubblico accoglie con scrosci di applausi.
Poi è il turno della ragazza “responsabile e matura” (Parola di Maria) il cui unico desiderio è quello di ballare un lento con un avvenente attore da soap con cui mi sarei strusciata pure io e tutte le poveracce perse sul divano, di sabato sera, a guardar il programma. Sono solo trenta secondi ma provocano picchi di estrogeni e progesterone in tutto il pubblico femminile, e all’auditel. Tutto il resto è noia. Fino a quando non spuntano un paio di storie piccanti, da far invidia a Tinto Brass.
Una coppia invocava il perdono del padre di lei, per un torto che i due avrebbero perpetrato nei suoi confronti. Quale torto? Eccolo: il novello genero, prima di dedicarsi con il dovuto ardore alla figlia di lui, aveva già circuito e sedotto in passato la moglie del futuro suocero. Risate nel pubblico e la conduttrice Maria che, perduta la falsa aurea di santità, sfodera un sorriso sadomaso con andatura da Krudelia.
Il colpo finale di risa e sesso ruspante mi viene somministrato da un meccanico disperato, che cerca il perdono della consorte per il suo comportamento poco ortodosso. Lui è un traditore seriale reo confesso: dal 2004, grazie alle chat su internet, riempie i buchi lasciati liberi da candele, spinterogeni e marmitte con signore scarburate che necessitano di manutenzione. Contemporaneamente, la pluricornificata moglie passa il suo tempo a controllare i molteplici cellulari che lui compra (e nasconde in officina)o a mettergli investigatori privati alle calcagna.
Con le lacrime agli occhi dal ridere spengo la TV e accendo il PC, non c’è sosta per me.

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