L’importanza delle cose, i coltelli

 

Da bambina avevo una forte attrazione per i coltelli a serramanico. Le altre bambine sbavavano appiccicate ai negozi di bambole. Io, incantata davanti al negozio di Pesca e Sport, ammiravo i coltelli da caccia col manico di corno. In particolare quelli che avevano un dischetto d’argento incastonato nel manico, credo per far incidere le iniziali del nome.
A undici anni, assommando tutte le paghette, riuscii a comprarne uno, davvero modesto, forse il manico non era nemmeno di corno. Lo portai con me nelle vacanze estive tra i boschi di Chiusa Pesio, una bella valle del Cunense. Lo nascondevo dentro le tasche dei pantaloni alla pescatora. Mi sentivo diversa, misteriosa e trasgressiva “se mi avessero scoperta!”.
Mi aggiravo tra quei boschi alle prime ore dell’alba e trovavo un sacco di funghi porcini. Mio cugino Renzo, che mi accompagnava nella ricerca, ma era privo di coltello, non li trovava.

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