Lo spariglio e il cartaro

 

Tutti i giocatori di scopone scientifico sanno cosa significa “sparigliare”. Lo spariglio avviene quando, anziché raccogliere dal tavolo carta con carta (asso con asso, due con due e così via), se ne prendono due o più con una sola, ad esempio con un sei un quattro e un due, oppure un cinque e un asso ma anche un asso un due e un tre. Una cosa semplicissima, dunque; che però se utilizzata con intelligenza dalla coppia che contrasta chi dà le carte (il “cartaro”) mette quest’ultimo in grande difficoltà perché si ritrova con l’ultima carta sparigliata, cioè senza più la possibilità di fare la presa. Chi vuole saperne di più può ricorrere al classico “Codice di Chitarrella“, oltre tutto di godibilissima lettura.
Nella partita per la formazione del governo, lo dice la Costituzione, chi dà le carte è il Presidente della Repubblica. Non a caso, in settant’anni di storia repubblicana sono state messe a punto, e collaudate, alcune prassi volte a impedire che i partiti potessero “sparigliare” mettendo a rischio le prerogative e l’autorevolezza del Prima Carica dello Stato.
Nella crisi che stiamo vivendo in questi lunghe e snervanti settimane, le cose sono andate in modo diverso. Forse a causa dell’oggettiva complessità del quadro politico uscito dalle urne, la prassi è stata messa da parte e si è cominciato a giocare una partita di scopone davvero insolita.
Abbiamo, così, assistito a spregiudicate sparigliate della coppia Salvini Di Maio: ci sono i parlamentari della Lega chiamati a sostenere un governo pur essendo stati eletti anche con i voti di chi quel governo non vuole; ci si chiude in conclave per mettere nero su bianco il programma di governo (il contratto del cambiamento) da affidare poi a un esecutore; si ‘obbliga’ Mattarella a dare l’incarico al professor Giuseppe Conte uscendo di fatto dal seminato dell’art. 92 della Costituzione, e via sparigliando.
Oggi, sabato 26 maggio ore 11, siamo a questo punto. I giocatori devono calare la loro ultima carta ed è “scientifico” (per questo lo scopone si chiama così) che i due che hanno sparigliato incontrastati porteranno a casa denari, primiera e settebello. C’è soltanto un’alternativa; che Mattarella faccia saltare il tavolo da gioco e si rivolga direttamente agli elettori affinché indichino una nuova coppia di giocatori. Con quali gravi rischi tutti sono in grado di valutarlo.
Ma io penso che sia ormai matura una soluzione differente: gli avvenimenti di questi giorni non ci dicono forse che è giunto il momento che il popolo sovrano scelga tutti i giocatori, cartaro compreso? Che elegga cioè direttamente l’inquilino del Quirinale?

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