Londra 1868 Paul lo squartatore

Chi ha ridotto in cotal guisa Thomas H. Truppman?
Lo hanno trovato lunedì mattina, riverso nel Vicolo del fabbro, con la testa spaccata e gli arti scomposti, innaturalmente piegati, nemmeno gli fosse passato addosso un carro. Il berretto che portava sempre sul capo, il suo bel berretto rosso e nero, di panno robusto, era a qualche metro di distanza, impregnato della fanghiglia che impiastra le selci di Vicolo del fabbro.
Benny Norman, che è stato il primo a trovarlo, uscendo dalla fucina di Gray Spretton e svoltando a sinistra, tra il puzzo di liquame che scorre nella canalina, ha detto che lo si vedeva già da lontano, nella prospettiva desolata del budello.
E anche se Benny Norman a quell’ora ha già in corpo più di mezza pinta di rum, non ha impiegato molto a capire che si trattava proprio di Thomas H. Truppman.
Thomas H. Truppman il simpatico.
Thomas H. Truppman il più amato dai bambini.
Lo ha tirato su con delicatezza, per quanto gli hanno consentito la sua vigoria straordinaria e le sue mani tozze ed abbruttite, e si è appressato alla porta più vicina che si affaccia sul vicolo, ossia all’uscio della vedova Mary Ridman Straangfield. Ha sferrato poderosi pugni sul legno fino a quando, dall’interno della casa, si è sentito qualche rumore e la vedova Straangfield, tenendosi stretta al petto una logora vestaglia, si è fatta sulla soglia.
Un urlo disumano è scaturito dalla gola della donna, perché anch’essa ha riconosciuto in quell’ammasso di membra scomposte il buon Thomas H. Truppman, ma anche perché, al contempo, non ha faticato a comprendere chi fosse la causa di tutto quello scempio.
– Paul! – ha esclamato in un grido strozzato, ormai certa che il figlio, non nuovo a certe nefandezze, potesse essere la causa del disastro.
C’è voluto meno di qualche secondo perché Paul Straangfield si affacciasse anch’egli all’uscio, ancora insonnolito, ma con dipinta sul viso la confessione del misfatto.
– Non posso più lasciarti passare una cosa come questa – gli ha strillato in faccia sua madre, con la voce ormai rotta dal pianto. – E poco importa se, a sei anni, non hai ancora il senso della fatica che fa tua madre per cercare di darti una vita meno infelice di quella che abbiamo fatto noi.
Ha preso quel che restava del povero Thomas H. Truppman e se lo è infilato in tasca, ringraziando con poche parole Benny Norman.

Thomas H. Truppman, il più amato dai bambini, è in vendita in tutti i negozi di balocchi, a due scellini. In simpatica scatola di latta.

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