L’oniromante viene di giorno
A raccontarmi di me,
L’altra me
Acquattata nelle pieghe del buon senso
Chiusa nei centimetri e nei secondi
Condivisi
L’oniromante osserva
L’astruso mio privato
L’ironico dissacratore
Il narratore spietato
Che senza scrupoli tutto rivela,
E la bestia si lascia osservare,
Buttando un fiato mite
Per pochi secondi
Nello sconfinato
Che travalica la linearità,
Gli oggetti nascosti non vogliono dire
Quello che di solito significano
E l’aria diventa pietra
E la pietra acqua
E l’acqua madre
E la madre si sfarina
In milioni di pixel acidi.
L’oniromante gli salta in groppa
Senza forzare il timone
Perché andare accapo
Nella rivelazione dell’ipotesi
È l’arte della trasformazione
Delle immagini in memorie
Delle memorie in nessi
E dei nessi in sapienza.
In principio la parola,
Per sapere davvero cosa sia
La luce.