Lontano da casa

Questa lettera fu scritta da un diciottenne che voleva diventare il “più istruito” della famiglia di sarti. Le sue lettere sono indirizzate solo a “papà” con riconoscenza, per rispetto e per conforto, perché la mamma non c’è più. Rispetto e amore per la famiglia, anche gratitudine per averlo mandato nella lontana Napoli per diventare insegnante. A me ha strappato anche un sorriso. Tre anni dopo scriverà dalle trincee dell’Albania.

Napoli, 19/5/1913.
Caro Papà,
Per risparmiare soldi mi manderai un libro che Antoniuccio sa e che ora vengo a descriverlo affinché non vi confondiate. E’ un libro legato di verde dentro cui vi sono le poesie di Leopardi e per miglior nota vi sono anche le «Lingue e modi errati annesso di piccolo vocabolarietto, e di giunta vi è un romanzetto di Nicola Misasi intitolato: Marito e Sacerdote» e per di più un altro raccontino intitolato «Il Viaggio di Pizzo (?) Metto il punto interrogativo perché temo di non esser preciso nel titolo ultimo. Questo libro è di Antoniuccio e spero che con tali circonstanziati entrambi non possiate confondervi. A voi la ricerca…
Però: ricordo vacuamente d’averlo prestato a Francesco Ragno e credo che non me l’abbia più restituito. E’ inutile dirvi la tattica da seguire cioè prima rovescerete gli scaffali per la ricerca del libro a me tanto indispensabile e poi vi recherete da Ragno.
(Bla bla bla)
Assieme col libro mi manderete la giacca di lustrino(*); accomodatela al miglior modo se si trova in condizioni pessime. Sperando, caro papà, di riabbracciarti con volto lieto abbiti un bacione.
Nicolino
Baci a Mimì a Mario a Filomena a Giovannina a Savinella ad Antoniuccio grande e piccolo e ai componenti la bottega. Arrivederci a luglio!!!

(*) tessuto di grana grossa

dav

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