L’ora giusta

 

Ci risiamo. Come ogni anno, agli italiani tocca prepararsi a domare il bioritmo anarchico d’autunno. Gli esperti affermano che i sessanta minuti di luce quotidiana in più, accumulati dallo scorso marzo, ci hanno fatto risparmiare l’equivalente del consumo medio di duecentocinquemila famiglie. Chi siano gli esperti, come facciano i calcoli e perché non coltivino hobbies più creativi, non è dato saperlo, quindi lasciamo stare. Così, a spanne, vi sentite più ricchi? Se la risposta è “questi cavoli”, considerate che, almeno, domattina avrete la consolazione di aver gabbato la sveglia! Di averli infilati nel salvadanaio di Morfeo, quei sessanta minuti! Certo, ammesso che non soffriate d’insonnia, e la faccenda della sincronizzazione degli orologi non vi porti, cari gufi e poiane, a fissare le lancette sino alle tre, pronti a rimettere indietro, esattamente nell’istante prestabilito, la macchina del tempo; per poi alzarvi dal letto cinque ore dopo. Alle sette. Che però sarebbero le otto (tutto chiaro, no?!).
Sarete talmente intontiti che poco v’importerà, a quel punto, di segretarie con o senza gli occhiali (che “come fanno a farsi sposare dagli avvocati” o a farsi indagare per truffa aggravata), Lusi e collusi, fiorini, fiorelli e fioriti, anziani satiri mediatici condannati, interdetti, ritirati e rientrati in campo dalla porta sul retro. L’ora solare amplierà le vostre albe e, al calar della sera, saprà di zucca e castagne!
Il Paese comincerà, arrancando, a scrivere lettere a Babbo Natale, a programmare le ferie che non farà nel 2013, ad affrontare le infinite tiritere pre-elettorali che prometteranno, rottameranno, si sforzeranno di far rima con il nuovo anno.
Che c’entrano – dite -cronaca, politica e malcostume, con una quasi innocua prassi cronologica? Ma niente, ovviamente! Tranne la strana coincidenza per la quale, in questo autunno caldo e uggioso, persino l’ora legale – per pudore o coerenza? – stia optando per la fuga.

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