LORO 1 (prima parte)

“Lui” fa il suo ingresso dopo un’ora abbondante di film, che prima era interamente occupato da “LORO“. Loro, ossia tutto il circo che vociava e faceva piroette intorno a Lui: la corte di nani e ballerine, di veline e farfalline, di imprenditori senza scrupoli, di politici genuflessi, di sniffatori compulsivi. Correva l’anno 2006 e il terzo governo Berlusconi era caduto da poco.
Come già con il Divo (2008), in cui portava sullo schermo la figura controversa di Andreotti, Paolo Sorrentino racconta la storia di B., partendo dal clima e dall’incredibile baraccone che lo circondava piuttosto che parlare direttamente di lui. Nonostante le avvertenze iniziali che il tutto è frutto della fantasia dell’autore, sono riconoscibili, anche se con con nomi cambiati, autentici personaggi dell’epoca. Dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantino, interpretato da un ottimo Scamarcio al mite Bondi (irriconoscibile Fabrizio Bentivoglio nella parte dell’ex-ministro), che sforna stucchevoli poesie e si fa irretire – nella fiction – da un’esplosiva escort. Poi il menestrello Apicella e Veronica (bravissima Elena Sofia Ricci), già in fase depressiva, che legge Saramago e tiene le distanze dal consorte.
Con la consueta dose di sfarzi alla Fellini e di simbolismi – il rinoceronte che pascola per le strade di Roma, la pecora che stramazza sotto l’aria condizionata – Sorrentino non smentisce se stesso. Ma sarà la luce quieta che permea gli ambienti e i panorami di Luca Bigazzi, sarà l’atmosfera da fine impero (che poi, come sapremo, non finirà), questa prima parte del film – la seconda verrà proiettata il 10 maggio – ha un suo fascino. Anche per chi non ha per niente amato La grande Bellezza.
Oltre alla ricostruzione del ventennio berlusconiano, dei suoi eccessi e delle sue volgarità, ciò che ci offre Sorrentino è un’immagine privata del patron di Forza Italia. Che attraverso la mimica di un eccezionale Toni Servillo, risulta più umano e simpatico di tutti LORO. Il che, uscendo dal cinema, ti provoca anche un senso di estraniamento e disagio. Quindi, in attesa della seconda parte, sospendiamo il giudizio. Che però dal punto di vista artistico resta molto positivo.
LORO 1 di Paolo Sorrentino (continua)

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