LORO

Loro, sono tutti gli altri. Vivi e morti, sono dentro la mente molto più che dentro un corpo. Li chiamiamo fantasmi, apparizioni ma questo romanzo ci dice tutto è apparire, vivi e morti. Ne produciamo un’immagine riflessa che non è mai la realtà, ma un doppio costruito da noi, dove le persone e le cose non sono mai la verità. Sono sempre una verità, la verità di un solo individuo in modo che più verità si insinuano e si sovrappongono come in un caleidoscopio. Chiudendo questo misterioso romanzo ne abbiamo la certezza.
Anche i luoghi scelti da Roberto Cotroneo per ambientare una trama velata e al tempo stesso rifrangente, sono l’illusione che ciò che guardiamo sia trasparente. In una villa nei pressi di Roma, isolata ma con un grande parco, progettata da Koolhaas, con immense vetrate dove il dentro e il fuori sembra non abbiano confini, vive una famiglia agiata. Il padre è spesso a Londra per lavoro, la madre impeccabile nei modi ha le proprie crepe annegate segretamente nell’alcol, e le due gemelle neanche adolescenti formano una coppia indissolubile e insondabile. Non mancano un tuttofare dal passato ambiguo, la collaboratrice domestica e un’amministratrice dei beni.
In questo mondo autoriferito arriva un’istitutrice per occuparsi delle bambine, ed è lei la voce narrante in un diario che viene consegnato a qualcuno che poi lo consegna al lettore. Sua la versione dei fatti stranianti che si susseguono nella villa tra fantasmi, sussurri e risatine agghiaccianti. La forma delle relazioni umane che abitano la villa è perfetta, educazione e cortesia che non lasciano trapelare null’altro e avvolgono con gentilezza la venuta dell’istitutrice. Solo con il trascorrere dei giorni la deliziosa normalità e l’estetica ricercata si incrinano.
Margherita B. nel suo diario comincia a annotare fenomeni che le producono una montante inquietudine: la telepatia indissolubile e impenetrabile delle gemelle, la depressione della madre, la sorveglianza continua del tuttofare e soprattutto la visione di cui è testimone: figure incorporee di tempi passati, un uomo e suo figlio piccolo intorno a un tempietto nella villa. Il romanzo è un’escalation di tensione fatta di stati d’animo profondi e domande senza risposta. Il congegno di Loro è condotto in maniera perfetta, nell’addentrarsi nella psiche di cui ognuno dei personaggi porta gli squilibri. C’è una psicopatologia nascosta che viene svelata lentamente da Cotroneo, e sembra dirci che i mostri e le zone nerissime sono parti integranti dell’umano, non possiamo eluderli. La fine della storia non si può rivelare perché è uno schiaffo violento e sorprendente ai nostri schemi mentali preconfezionati.
E finalmente, per narrarci tutto ciò, troviamo una lingua che ci conduce in modo colto, con rimandi e citazioni appropriate, con quel riferimento a Scriabin e le sue musiche maledette che si pianta come un coltello. Un romanzo che si distacca dalla piaga di scritture piatte e facilone, da quella sciatteria espressiva che troviamo sempre più spesso. Ci sono eccezioni: e Loro lo è.

LORO di Roberto Cotroneo – Neri Pozza pag. 191. Euro 17

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