La pensione, nonostante il rincaro dei prezzi, se la faceva bastare. Erano passati vent’anni da quando aveva lasciato la scuola, l’istituto tecnico in cui aveva insegnato matematica a generazioni di ragazzi. Era di poche pretese Ersilia, viveva bene nell’appartamento piccolo ma confortevole, con le sue vecchie cose, i libri, i dischi di musica classica, le cornici sul comò con le foto di tutte le sue classi il giorno della maturità. Viveva sola da sempre, non aveva avuto figli e non si era mai sposata. Alla casa badava lei. Nonostante l’età teneva tutto in ordine, ogni oggetto spolverato con cura e accarezzato con gli occhi. Era la sera della Vigilia. Come tutti gli anni si era preparata una cenetta speciale: salmone su pane imburrato, insalata di gamberetti, panettone, un bicchiere di prosecco. In un angolo, il presepe minuscolo e un ramo d’abete col fiocco rosso. Stava per sedersi a tavola quando suonò il citofono. Chi poteva essere a quell’ora e proprio quella sera? Ersilia rispose esitante, dall’altro lato una voce maschile, squillante: «Professoressa, sono Matteo Vignali, un suo ex allievo, posso salire a farle gli auguri?».
Ersilia premette il pulsante che apriva il portone. Non era diffidente e tanti suoi studenti erano passati a trovarla nel corso degli anni. Certo, strano era strano, ma fece accomodare il ragazzo nel salotto, come fosse la cosa più naturale del mondo. «Matteo, Matteo Vignali» ripeté l’uomo con un gran sorriso. «Si ricorda di me? Anno di maturità 1990». Ma certo che se lo ricordava, era uno dei migliori della classe, intelligente, vivace, gentile. Si sedettero sul divano e parlarono dei vecchi tempi. A dire il vero il tempo sembrava si fosse fermato, almeno per Matteo. Più lo osservava e più le sembrava identico al ragazzo sui banchi di scuola. Fece rapidamente i calcoli, doveva essere almeno sulla quarantina, ma non ne dimostrava più di venti. Si alzò a prendere la foto, eccolo lì, alto e sorridente che svettava tra i compagni. Identico al giovane che le sedeva accanto. Chiese permesso e andò di corsa nello studio, dove aveva archiviato, anno per anno, tutto il materiale del suo lungo percorso di insegnamento. 1990. Ecco la cartella. La aprì. Dentro c’erano documenti, foto e un ritaglio sbiadito del giornale locale. Giovane liceale, appena maturato, Matteo Vignali, perde la vita in un incidente stradale. Ersilia tornò in salotto. Di Matteo non c’era traccia. Sul tavolino un enorme mazzo di fresie fresche e odorose, i suoi fiori preferiti.