Che mestizia. Nemmeno Orietta Berti con la canzone tratta da “Luci della ribalta” saprebbe descriverla meglio. Un Parlamento attento che parla di cose che riguardano tutti noi, come la crisi finanziaria e forse persino il lavoro e la casa. Nessuno interrompe, sputa o fa le corna, nessuno che gridi a una deputata: “brutta cessa, ma chi ti si scopa”, niente fette di mortadella o pernacchie. Che indegnità. Tutti composti che ascoltano l’Uomo del Monte voluto dall’Uomo del Colle.
Mio dio. Di questo passo dove andremo a finire. Ma insomma, dove credono di stare questi tecnocrati qua, razza di burini. Pensano di essere italiani, forse? Uno spettro si aggira per il Parlamento: la sobrietà. E’ il panico. Ah, dolce B, dove sei? Cantava Orietta (con parole forse precocemente scritte dalla pasionaria di Ligonchio) nel 1972, sulla traccia musicale del capolavoro di Charlot.
Che nostalgia. Confessiamolo.
Nei talk show, ormai, clima pacato e dati certi. Non c’è più nemmeno una rifattona decongiuntivata, o un sindacuccio cafone. Malinconia devastante. Che esempio si darà ai giovani, cosa penseranno di noi all’estero!
Su che canale si potrà attestare il subconscio adesso? Siamo vivamente preoccupati. Ma – almeno a questo – si porrà presto rimedio: là dove il popolo chiede il ripristino della fermata di bus, in Grazioli Avenue, nascerà invece la Sua personalissima “finestra su piazza Venezia”: la SUA Monologo TV. Che sollievo. Ah, quei bei giorni carnascialeschi e machi in cui una donna di mezz’età, coltissima ma fuori taglia, non aveva accesso nemmeno ad un part-time da commessa ! E’ il golpe, è chiaro. L’orrenda seduta è quasi tolta ormai, ma il colpo di grazia è la frase: “contro ogni mafia”, seguita dalla parola magica: His-titu-zyhonny. Lo show è finito, povero Caldero de noantri. E stavolta non ci sarà un Oscar retroattivo, come per la colonna sonora di “Luci della ribalta”, nel ‘72. Sarà come il titolo del soundtrack di Charlot: “Eternamente”. Tararirarì lararalààààà.