Dapprima il cielo fu fuoco
trachiti effusive calcalcaline
odore di silice aria densa collosa
e alberi incendiati macairodonti inorriditi
che affollano in corteo
un tappeto di lava
srotolato giù dal monte
mentre io protagonista e regista
di questo film in 3D
fuggo come un animale
e proprio come un animale
su un albero riposo
ma un animale
non si riconosce non usa la pietra
non si sente sempre fuori posto
non congiunge il suo sguardo e il suo pensiero,
perché questo non può essere mio
perché tutto questo non può essere mio.
Poi la pioggia che non chiamo pioggia
un cielo di acqua
scende leggera sul mio pelo
mentre con la testa mi arrampico
di nuovo fra le nuvole
per cercare il sole dei miei occhi
per evitare il doloroso silenzio dei miei simboli
una ragazza di poco più di un metro
arrivata così in alto così lontano
fino a scoprire la sua fine
sulle rive di un fiume di fango
chiusa nel bozzolo di un sogno
prigioniera in una teca di cristallo
regina di un ricordo di 3 milioni di anni fa
delusa da una manciata di mitocondri
eva giammai donna,
perché questo non è stato mio
perché tutto questo non è stato mio