Ha bevuto il latte, lo prendo in braccio e si addormenta.
Si aggiusta contro di me, la testa reclinata sulla mia spalla, una manina col pugno chiuso mi sfiora il collo, le gambe mi spingono sulla pancia, come volesse alzarsi.
Modulo il mio respiro sul suo, lo guardo che sorride e fa delle facce di miele o d’aceto, a seguire disegni e sogni che lui solo conosce.
Lo guardo, lo ascolto, lo respiro, lo bevo, e dentro di lui, così piccino, ci sono le storie, la vita, le persone che mi hanno fatto essere quella che sono.
E adesso che la strada da fare è sempre di meno, so quanto è stata bella quella fatta fin qui.