Mia madre, l’INPS e il coniglio

Mia madre a ottant’ anni sa fare un sacco di cose che molti giovani non saprebbero neppure come iniziare. Ogni giorno va al mercato, e non fa mai acquisti inutili o di poco valore: è più brava di Standard & Poor’s. Sa fare un eccelso babà, e il coniglio all’ischitana come pochi in questa galassia. Imparò da sola la dattilografia, più di centocinquanta battute al minuto su una lettera 35, senza errori e senza guardare i tasti. Su un computer ci farebbe neri tutti. Ma mia madre non ha mai usato un computer, ha i migliori motivi del mondo per non sapere nemmeno come è fatto.
Ieri l’INPS le ha mandato una lettera. C’è scritto che per avere il CUD della sua pensione ci vuole il PIN e per averlo deve andare su WEB e registrarsi là. L’ultima volta che mia madre si è registrata, fu quando lavò i piatti in sottofondo a Sanremo ’63, e rimase lì, su bobina a 4,75 cm/sec. Mono, da microfono.

 


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