Milano era le Donne

 

Bulova Accutron, pura lana vergine, Kaloderma e i bruciatori Riello, immancabile la Coca Cola. Una foto di piazza del Duomo a Milano negli anni settanta, presa stavolta con le spalle al Duomo stesso.

Alla fotografa non interessava il monumento, ma le persone oltre alle cose. In primo piano due ragazze di quegli anni, molto compite e con in mano oggetti da studentesse in vena di shopping, poi un uomo con l’ombrello in una giornata piovosa, molto milanese anche lui. Ma tutti con l’aria “emancipata”, gli sguardi delle ragazze lo sono.

Tutto aveva un significato allora, la borsa di una certa importanza insieme ai cappottini con doppi bottoni, la gonna ancora corta anche d’inverno, come rimasuglio di un periodo trascorso. Di lì a poco le gonne sarebbero diventate di nuovo lunghe anche fino ai piedi e le scarpine lucide avrebbero lasciato il posto a zoccoli di varia natura, insieme a lunghe calze di maglia a righe colorate.

Popolo ancora in elevazione sociale e voglia di libertà, sguardi intelligenti e passo veloce mentre la statua equestre sorveglia in modo austero un mondo che non c’è più. La società era più facile da capire, esistevano ancora le classi e le appartenenze.

Però, le donne, soltanto le donne, fecero la differenza. Milano era le donne.

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