C’era una volta una bambina che odiava i suoi capelli; e siccome ne aveva tanti odiava tanto.Le altre smorfiose esibivano chiome bionde e lisce e quando si muovevano i fili dorati danzavano con loro.
Poi venne la casa nella prateria che assegnò il ruolo di ragazzina perfida a Nelly Oleson, bionda come un campo di grano al sole. Fu una gran soddisfazione. Ma i suoi capelli non cambiavano.
Ogni mattina si toccava la testa sperando nella mutazione genetica tanto desiderata. Ma niente. Doveva subire lo strazio del pettine che si impigliava nel nido di nodi che la faceva urlare come un’aquila. Le forbici e un taglio da maschietto risolsero per un pò il problema. Poco. L’adolescenza frivola prese il sopravvento sulla praticità, ma la chioma rimase ribelle, dicendo la verità sul suo carattere, contenuto da un senso del dovere che le causò nodi che non vennero mai al famigerato pettine.
Un giorno in casa trovò le mollette della nonna e fu gioia e amore a prima vista. Una a destra, due a sinistra, un paio sulla nuca e un numero imprecisato per tenere a bada i riccioli indomabili.
La mollette divenne la sua migliore amica, di quelle che ti aiutano a risolvere i problemi invece di crearteli.
Tranne quando una piccola amica di ferro rimase nascosta tra i capelli durante una risonanza magnetica. All’uscita dal tubo gelido la molletta si era così contorta da sembrare uno dei suoi nodi peggiori. L’infermiera ebbe una crisi isterica quando le spiegò che avrebbe potuto conficcarsi nella sua testa di….vabbè.
Nonostante l’episodio le mollette rimasero amiche insostituibili, perse e seminate ovunque, tracce inequivocabili del suo passaggio.
Coroncine di ferro per la nonna che verrà..
Adolescenza Capelli Risonanza magnetica