Monet a Venezia

Ada lo vede al suo cavalletto ogni giorno da almeno una settimana, sulle Fondamenta di S.Maurizio di fianco alla loro casa. Gilda, la bambinaia, ha chiesto con discrezione nel campiello se qualcuno sapesse chi è, poi ne ha riferito a maman. Lei lo osserva, di soppiatto e curiosa. La folta barba bianca sembra quella di un vecchio, ma lui sta lì ore a dipingere, a volte al mattino, a volte al pomeriggio. Ha una tavolozza grande e piena di colori sfumati, pastello come quelli dell’acqua e del cielo. La Salute, sull’altra riva del Canalasso, è quel che si vede sulla tela: l’ha riconosciuta, sbirciando, ieri, mentre uscivano per andare dalla modista e si infilavano in Calle del Dose da Ponte. Oggi, appena fuori dal portoncino, mentre la Gilda le annoda il nastro rosa del cappellino nuovo, il pittore le sorride, lei si fa coraggio e ricambia con un piccolo inchino. Lui porta il pennello alla falda larga del cappello. Ada non ha ben capito, dal discorso di Gilda a maman, cosa voglia dire impressionista, ma a lei piace come dipinge l’acqua, quel pittore, monsieur Claude Monet.

 

Venezia, 1908. Ada era mia nonna.

 

 

Monet a Londra

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