Monteverde a Sofia

Cosa può avere a che fare il pingue e timoroso commissario Ansaldi con un caso truculento e misterioso avvenuto a Sofia, in Bulgaria? Chi ha letto i precedenti libri dedicati ai Cinque di Monteverde, primo dei quali “Formule mortali“, sa che parliamo di 5 poliziotti che operano nell’omonimo quartiere romano di Monteverde. Ansaldi, il capo, è afflitto da ipocondria, attacchi d’ansia, timidezza che cerca di combattere con dosi massicce di benzodiazepine, anche se la sua testa e il suo fiuto continuano a funzionare alla perfezione. Sotto di lui la vice ispettrice Eugénie Loy, altro caso disperato, una ragazza quasi autistica che non saluta e non sorride a nessuno, anche lei però molto brava e combattiva nelle indagini. Seguono gli agenti Di Chiara (appassionato di film coreani) e Leoncini, un bel ragazzo nero, fissato con la storia del nazismo. Ultima arrivata la giovane Alerami che sostituisce il povero Caldara, assassinato in modo brutale da una setta di invasati che avevano tenuto sotto scacco le forze di polizia. Ed è proprio a quell’omicidio che è apparentemente collegata la vicenda bulgara. A Sofia, un ragazzo chiede in modo perentorio di incontrare l’ispettore Dimitrov, noto per i suoi modi spicci e per il suo carattere tirannico, ad affiancarlo il più mite e concreto agente Balakov. Il ragazzo consegna all’ispettore una chiavetta usb contenente il video di un sanguinoso omicidio, che ricorda la modalità della setta operante a Roma. Infatti, prima di suicidarsi con una capsula di cianuro, il giovane consegna a Dimitrov un bigliettino con su scritto il nome del commissario romano. E così, dopo ripensamenti infiniti, Ansaldi decide di recarsi a Sofia, trascinandosi dietro la sua imperscrutabile vice Eugénie. La capitale bulgara è battuta da giorni da bufere di neve, con temperature glaciali. Il commissario sembra un pupazzo di neve, vestito com’è per affrontare il gelo: strati di indumenti pesantissimi oltre a un incredibile colbacco, pescato chissà dove. I due poliziotti dopo un inizio burrascoso con l’isterico Dimitrov, sono costretti a lavorare a stretto gomito con la squadra bulgara, affrontando un groviglio di inspiegabili omicidi e mettendo più volte a repentaglio le loro vite.
François Morlupi, giovane scrittore italo-francese, costruisce il suo romanzo più ambizioso e più duro nei contenuti, avvolgendo i suoi Cinque in un’atmosfera quasi horror, dove la brutalità, la cattiveria e il fanatismo raggiungono vette impossibili da concepire. Il Male è ovunque, anche se spesso ha le forme e gli atteggiamenti del Bene. A lettura ultimata, la sagoma di Ansaldi, ridondante e goffa nelle forme ma acuta e gentile nella sostanza, continua a fare compagnia a noi insaziabili lettori. Rimaniamo in trepidante attesa.

François Morlupi –IL GIOCO DEGLI OPPOSTI – Salani ed. 2024

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