Tebe. Un tempo di dèi e macchine capaci di tenere in vita artificialmente.
Antigone, nipote del Legislatore Creonte, assiste da tredici anni all’accanimento terapeutico sul fratello, Polinice, in coma. Finché un giorno stacca il respiratore.
Davanti a Creonte non si discolpa: ha agito con pietà, i morti devono essere sepolti.
La Legge, però, la stessa che ha ricostruito Tebe dopo le guerre, è chiara: Antigone è colpevole. E il Legislatore deve vigilare su Tebe. Il Legislatore deve applicare la Legge.
Così lo zio condanna la nipote al carcere. A essere dimenticata. Ma Antigone è più forte e tornerà libera.
Accanto al fratello.
Antigone, diretto da Luca De Fusco, è uno spettacolo che non dà respiro. È apnea, oscurità, voluta staticità. È ciò che Antigone combatte.
Una gabbia senza imperfezioni. A eccezione della vita, che esplode nel testo di Valeria Parrella e nell’interpretazione di Gaia Aprea, e ci regala un’eroina che è anche simbolo di tante battaglie moderne.
Antigone, di Valeria Parrella
Regia: Luca De Fusco
Musiche: Ran Bagno
Costumi: Zaira De Vincentiis
Scene: Maurizio Balò
Con: Gaia Aprea, Paolo Serra, Fabrizio Nevola, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Nunzia Schiano, Dalal Suleiman, Antonio Casagrande
Produzione: Napoli Teatro Festival, in collaborazione col Teatro Stabile di Napoli
Dopo il debutto del settembre scorso a Napoli, lo spettacolo è approdato a Bologna, Genova, Salerno, Torino e Roma. Fino al 5 maggio sarà a Catania, Teatro Ambasciatori.