Nella penombra

I sogni che ci raccontiamo nel riposo pomeridiano sono tra i più ingannevoli, legati all’aldiqua da fili che vorrebbero trattenerli.
Nella penombra lisciata a spatola, la convalescenza svuotata da ogni fastidio, nel rosa, nel viola, nel grigio opalescente delle tende che fluttuano come per indolenza, tu mi fai visita.
Muti, uno di fronte all’altro, una lunga sacra conversazione in piano sequenza.
Ti alzi per andare via, io chiudo gli occhi e sogno nel sogno che ritorni, solo per un abbraccio, di quelli in cui si mescolano gli odori.
Ascolto i tuoi passi oltre le tende e poi mi ascolto dire che è meglio se vai via, con improvvisa saggezza,
mentre emergo dal fondo e ritrovo ogni cosa al suo posto, in un oscuro disordine di apparenze.

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