-un invito alla scuola di Sex Education, la serie Netflix che spiega il sesso con tenerezza e poesia-
«Il sesso non ci rende completi. E quindi… come potrebbe mancarti un pezzo?»
Jean ci aveva avvertiti.
Ci aveva avvertiti a partire dal teaser, che quest’anno le cose si sarebbero fatte tremendamente serie e profonde.
E questa promessa di complessità e profondità la seconda stagione di Sex Education l’ha mantenuta tutta quanta, e anche di più.
Quanto la prima stagione è stata tenera, scanzonata, apparentemente leggera, piena di svolte nella narrazione, tanto la seconda si è tuffata in quel posto nel cuore in cui Lucio Dalla diceva che “tira sempre il vento/per i tuoi pochi anni/e per i miei che sono cento”.
Il posto in cui per i pochi anni e anche per i cento degli adulti che tutto credono di sapere, si nasconde ciò che rende davvero completi tutti, adulti, vecchi e adolescenti.
Quanto la prima stagione è stata tenera, scanzonata, apparentemente leggera, piena di svolte nella narrazione, tanto la seconda si è tuffata in quel posto nel cuore in cui Lucio Dalla diceva che “tira sempre il vento/per i tuoi pochi anni/e per i miei che sono cento”.
Il posto in cui per i pochi anni e anche per i cento degli adulti che tutto credono di sapere, si nasconde ciò che rende davvero completi tutti, adulti, vecchi e adolescenti.
Il posto dell’amore, quello vero, quello che spacca il petto e che nessuno ti racconta nelle storie a lieto fine dei romanzi.
Il posto in cui ciascuno di noi si ritira con paura e gioia, in cui ognuno sceglie ciò che ha di meglio della propria umanità, e bene o male se lo fa piacere (come dice la *straordinaria* sigla finale di Chip Taylor).
Perché di questo è quello che parla questa seconda stagione perfetta- anche nel finale, dissento con un’opinione magari anche di minoranza sulle voci critiche- del passaggio dalla fanciullezza degli adolescenti all’età adulta, ma anche degli adulti dal cinismo della maturità alla fragilità alle soglie dell’autunno.
Un amico caro diceva: se un giovane soffre, ha le ossa elastiche: si rimarginano. Ma se spezzi le ossa (il cuore) a un anziano, gliele frantumi irrimediabilmente, e questo suo cuore non si riprenderà più.
C’è anche molto da ridere, e resta lo spazio della leggerezza in Sex Education 2.
Nulla però è per caso.
Nulla però è per caso.
La plateale entrata di Jean nella scuola (io per Gillian Anderson ho finito le parole) e i suoi passi invece tanto delicati nel cuore degli adolescenti di Moordale che le raccontano “il sesso” mettono i ragazzi di fronte allo specchio del “di più” che solo l’amore e la necessità di gestire i propri sentimenti danno.
Si tratta dello specchio della responsabilità, della consapevolezza che ogni azione ha conseguenze.
Si tratta dello specchio della responsabilità, della consapevolezza che ogni azione ha conseguenze.
Una serie splendida, perfetta, che ha toccato corde profondissime, che ha fatto ridere e piangere senza ritegno.
Una serie che comincia come una favola nella prima stagione, ruvida come solo le commedie inglesi che parlano di sesso sanno essere, e finisce profondissima e aperta.
Una serie che comincia come una favola nella prima stagione, ruvida come solo le commedie inglesi che parlano di sesso sanno essere, e finisce profondissima e aperta.
Regalatevela.
[per il riassunto della prima stagione clicca QUI ]