Nel campo container del quartiere Ponticelli a Napoli, vive Nevia, una ragazzina di 17 anni, insieme alla sorellina Enza e alla nonna. Padre in galera, madre morta, la ragazza, minuta e scontrosa, si prende cura della sorella e cerca di raggranellare qualche spicciolo ritirando la monnezza porta a porta dai vicini. La scuola l’ha abbandonata da un pezzo, ma ci tiene che la sorella più piccola la frequenti, e nonostante le proteste mattutine ce la conduce di persona trasportandola sul carrello svuotato dai rifiuti. Tra degrado ambientale e sociale – la nonna ancora coinvolta in un giro di prostituzione, amici e “protettori” della famiglia spacciatori e delinquenti – l’unica persona in cui Nevia trova riparo e conforto è Zia Lucia, una brava donna, col naso dantesco e il cuore d’oro. Parlato in dialetto strettissimo con sottotitoli in italiano, “Nevia” è l’opera prima di Nunzia De Stefano, ex-moglie di Matteo Garrone, che ha prodotto il film. Nevia è la versione partenopea e attualizzata di “Rosetta” dei fratelli Dardenne, la storia di un’adolescente costretta a farsi carico dell’inadeguatezza e della barbarie in cui l’hanno confinata gli adulti, soprattutto maschi, che continuano a sfruttare la donna e il suo corpo, anche quando ha le fattezze di una bambina – lavora già? chiede un “cliente” alla nonna, guardando con interesse la ragazzina. L’arrivo di un circo che si ferma nel campo per qualche tempo, cambia però la prospettiva e rivoluziona la vita di Nevia e di sua sorella. La straordinaria interprete del film, Virginia Apicella, è nella realtà una giovane artista circense: gli occhi scuri e intensi, il sorriso che quando finalmente si apre illumina il viso e scaccia via il broncio. La ragazza, anche lei alla sua prima prova sul set, nonostante l’apparente fragilità, ha la forza e la caparbietà di una combattente, una che non s’arrende alla bruttura e non rinuncia alla speranza.