Non c’è l’albero illuminato, non c’è il presepe. Poca gente fuori, e nessuno certo a fare acquisti. Non ci sono musiche natalizie a far tintinnare l’aria, né Babbi Natale a distribuire caramelle ai bambini. La neve cade, certo, ed è pure bianca, ma non ammanta di poesia silenziosa una città dalle mille luci: serve solo a rendere un po’ meno oscuro il buio che avvolge tutto.
Gli occhi di chi incontro non risplendono di quella gioia quasi infantile che a Natale si tira fuori dalle cassapanche dell’anima. Nessuno inventa regali, nessuno ne attende. Neppure i più piccoli, per cui pare che questi siano giorni esattamente come gli altri. Nessuno di loro ha scritto letterine di richieste, nessuno si sforzerà di rimanere sveglio per vedere Babbo Natale; tutto come ieri, tutto come domani.
Anche per me è così. Sono solo, la luce già fioca di un fuoco ormai vecchio dona un po’ di tepore a questo unico angolo della mia caverna. Gesù nascerà fra seimila anni.