Non cestinare quella foto Man Ray!

 

Scrive Man Ray nella sua autobiografia: «Un giorno ricevetti la visita di una donna imponente, tutta vestita di nero, dagli occhi enormi sottolineati dal trucco scurissimo. Si presentò come la Marchesa Casati ed espresse il desiderio di essere fotografata». Eccentrica e famosa nei circoli aristocratici, accolse l’artista nel salone della casa parigina. Durante la seduta fotografica ci furono problemi all’impianto elettrico. Il portiere dello stabile cambiò le valvole e ripristinò la corrente. Man Ray però non osò riaccendere le lampade e decise di utilizzare la poca luce che rischiarava la stanza. «Non fu un lavoro facile; la gran dama si muoveva come se stessi girando un film. Quella sera stessa sviluppai i negativi: erano confusi, indistinti. Li misi da parte, considerando un fallimento quella prima seduta. La informai che i negativi erano inutilizzabili». Ma la Marchesa, ansiosa, gli telefonava in continuazione, voleva vedere le foto. Man Ray per accontentarla sviluppò il negativo in cui si vedevano tre paia d’occhi e le portò la fotografia. Quando la Marchesa la guardò rimase affascinata. Non riusciva a distogliere lo sguardo, disse che aveva realizzato “il ritratto della sua anima” e ne ordinò un’infinità di copie. Così lo scatto, che con ogni probabilità Man Ray avrebbe cestinato, circolò per tutta Parigi e divenne uno dei ritratti più significativi del surrealismo. Lo sguardo di chi si vede rappresentato in una foto non è lo stesso di chi la scatta.

 

Man Ray, Ritratto della Marchesa Casati, 1922

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto