Osservare il mondo da una finestra: piccoli squarci di vita quotidiana, un gatto, un’anziana coppia al tavolo della cucina che beve il caffè.
John fa il lavavetri, col furgoncino si porta dietro la scala allungabile e sale, sale fino a scoprire piccoli ritagli di vetro appannati dalla sporcizia e lui pulisce, a fondo, fa chiarezza. John ha poco più di trent’anni e un cancro terminale che gli lascia poco da vivere e, oltre all’impellenza di guadagnare ancora qualcosa, c’è la questione di suo figlio Michael, 4 anni, da risolvere.
Michael è un bimbo bellissimo, tenero, condiscendente ma sveglio e determinato e ha capito che suo padre gli nasconde qualcosa. Intanto continua a portarlo in giro di qua e di là, lo presenta a coppie con bambini, coppie senza bambini, persino a una donna che vive da sola. Tutti se lo accarezzano, gli danno una caramella, una coppia gli ha persino regalato un coniglietto di peluche anche se alla fine della visita l’ha richiesto indietro. Il tempo passa, la malattia avanza ma il giovane padre non riesce a trovare una famiglia affidataria per il suo piccolo.
Presentato a Venezia 2020 “Nowhere special” è un film asciutto, poco parlato che piano piano ti perfora quell’organo vitale che si chiama cuore: con un pudore disarmante racconta una storia vera che il regista Uberto Pasolini ha scovato su un ritaglio di giornale. Uberto, cugino di Pier Paolo e nipote di Luchino Visconti, è nato a Roma 64 anni fa ma vive da tempo in Gran Bretagna, centellina i suoi film, tutti preziosi: Machan (2008) e Still Life (2013). L’ultimo, ambientato a Belfast, richiama il bellissimo “Roma” di Alfonso Cuaron (clicca qui); anche lì storie minime, narrate con tocchi di neorealismo di ritorno.
A interpretare John e il suo volto comune sempre più ingrigito dal dolore fisico e psichico un bravissimo James Norton e nella parte di Michael uno straordinario bambino, Daniel Lamont, che si cala con naturalezza nella parte. Un cinema, quello di Uberto Pasolini, che non ha bisogno di effetti speciali, che mette in scena la vita e la sofferenza senza clamori, che ti “strappa le lacrime” senza alcuno sforzo. Basta quella candelina rossa che, dopo averne piazzate 34 sulla torta di compleanno, Michael chiude nella mano paterna. La trentacinquesima, che non verrà mai accesa.
NOWHERE SPECIAL – di Uberto Pasolini – Gran Bretagna 2020